Il mondo in bianco e nero- parte III

Terza e ultima parte dello speciale che in questo mese di settembre abbiamo voluto dedicare all’estro artistico di quello che è considerato uno dei maestri internazionali della fotografia di paesaggio, il britannico Michael Kenna. Abbiamo sviscerato il suo trentennale percorso creativo selezionando una galleria di immagini tutte in un bianco e nero bello da mozzare il fiato.  Riconoscibile anche nelle odierna photogallery il suo stile essenziale e apparentemente freddo, tanto opera di sottrazione. Non solo distese bucoliche o mari deserti, Kenna ha girato mezzo mondo, dall’Isola di Pasqua a New York, dall’Egitto alla Toscana, per trovare il mirabile equilibrio che lo rendono così unico.

Come già detto nella prima e seconda parte di questo speciale, il modo così “geometrico” di fotografare di Michael Kenna lo ha reso particolarmente celebre e apprezzato in tutto il mondo. Ne sono testimonianza i suoi venti libri, il fatto che i suoi lavori sono stati esposti in oltre trecento mostre personali e che fanno parte di circa novanta importanti collezioni. Kenna, che è nato in Inghilterra nel 1953, ma che da anni vive e lavora negli Stati Uniti, ha inoltre vinto numerosi premi internazionali e nel 2000 è stato nominato Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal Ministero della Cultura francese.

Non solo campagne nebbiose e mari agitati: i soggetti delle foto di Kenna possono essere anche scorci di monumenti  o particolari di piazze e città delle metropoli più famose. In ogni caso non c’è mai traccia di figura umana, come si può notare, nè tra le piramidi nè tra le statue dell’isola di Pasqua, quasi come il nostro fosse un mondo senza tempo.

Persino la Grande Mela per una volta si svuota di suoni, volti e colori, e Kenna ce ne regala una inedita versione in bianco e nero del tutto priva della tipica frenesia metropolitana. Questo perchè Kenna “è un artista capace di rinunciare alla velocità per sintonizzarsi su canali di pacifica e rispettosa convivenza con i luoghi da lui visitati e studiati. Lontano da periodi e da orari dettati da quegli automatismi che ci portano a muoverci tutti contemporaneamente e convulsamente, per farci scoprire ciò che non abbiamo mai avuto nemmeno il tempo di notare.” Niente di più vero.